04 settembre, 2008

Dante Alighieri e il didietro della passera

- Gentil pensiero ebbe colui
che con maestria inventò chiappe polpose,
per lo sollazzo de le genti altrui,

per lo fardi goder l'umane cose.
Di lor bramoso io sempre fui,
e brancar le volli in mille pose!


Disse Dante Alighieri palpando il culo della cameriera, una govin pulzella del Mugello. Era appena entrato in una bettola di Firenze, dove era solito andare a farsi un mezzino dopo cena.

- Uh!Oh! messer Dante, che la fa?
le mie chiappe lassi stà!-

Disse lei con un sorrisino,
sculettando col culino.

-Ecco, è arrivato il letterato,
quello che sa tutto del creato!-

Disse con rancore un contadino,
che era venuto a bere un pò di vino.

-Il culo è per la gente dotta,
per il villan fottuto c'è la potta!-

Sentenziò fra dei bicchieri
con voce impastata, Cecco Angiolieri!

Era là, seduto a un tavolino
con un fiasco di rosso lì vicino.

-Te tu la metti sempre in politica!-Gli disse Dante sedendosi al tavolo.-Però, dici bene a dì quello che dici. Anzi, io medesimo, ti invito a dire sempre quello che dici, acciocchè la gente sappia che quello che dici l'hai detto!-
-Io dico sempre quello che dico!-Rispose Cecco,-se un lo dicessi, un potrei dire che ho detto quello che ho detto! Imperocchè dissi, dico e dirò quello che ho da dire!Lo vuoi un mezzino?-
-Meno male che l'hai detto!-Disse Dante. Si riempì il bicchiere, poi si alzò in piedi e, indicando il culo della donzella, così favellò:

- A cotal siffatto deretano,
alzo gioioso il calice di vino,
ed anco se ora è un pò lontano,

spero che mi ripassi di vicino,
pel di bel nuovo brancarlo con la mano,
così come ho fatto da pochino,-


E Cecco disse, riempiendo il suo bicchiere:
-Veder passare un culo, è sempre un bel vedere...-

-Ma quale culo!?...Belli o brutti,
visto un culo, visti tutti!-

Lo imterruppe un barrocciaio
che era venuto lì, da quel vinaio,
per gustarsi un buon mezzino
seduto comodo al tavolino.

-Eh, no!-Gli rispose uno stalliere,
che stava riempiendosi il bicchiere,

-C'è culo e culo! E codesto fa venì le voglie,
mia quello della mì moglie,

che, paragonato alle chiappe sue,
cià un culo che sembran due!-

-Io, invece un fò tanta distinzione
e apprezzo il culo di qualunque dimensione...

...Purchè di donna, è naturale,
visto che tutti mi guardate male!

E quando vedo un culo, un culetto o un culino,
lo volete sapè? Ci faccio sempre un pensierino!-

Disse uno con la barba bianca,
seduto di traverso sulla panca.

-Mi sembrate matti tutti quanti
a preferir 'l didietro invece del davanti!-

Disse scuotendo il capo il borracciaio.
Poi chiese ancora vino a quel vinaio.

-Di sicuro non fu fatto quell'ambiente
perchè fosse di sollazzo per la gente,

tant'è vero, lo sapete, puzza assai
lo tocchi, t'annusi e...te ne vai.

Meglio farci un bel giro intorno
e se ciai le voglie infilarlo a mezzogiorno!-

Disse un calzolaio stanco,
che per far rima s’era appoggiato al banco.

-Son sicuro che del Maligno c'è la mano,
in quel posto puzzolente poco sano!-

Aggiunse un tizio con l'aria pensierosa
credendo di aver detto una gran cosa.

-Ma quale Maligno! Non dire bischerate.
Ve lo dico io chi l'ha fatto, ascoltate:

solo un angelo che amava tanto l'arte
poteva fare così bene quella parte.

E quello che mi fa tanta tenerezza,
è che l'ha messo, cari messeri, alla giusta altezza!-

Disse Cecco Angiolieri ricominciando a bere,
e non si sa come stava ritto a sedere.

E se poi così non fosse, chi se ne fotte.
Ormai il culo c'è. Usiamolo e buonanotte!-

Aggiunse mentre si appoggiava al muro,
chè ritto a sedere non si sentiva sicuro.

- Sia chi sia, chi ul culo l'ha inventato,
bene l'ha fatto, questo mi consola,
col buco in mezzo e le due chiappe a lato.

E 'l pensier mio a qullingegno vola,
che alla goduria nostra avea pensato,
sennò fatto l'avea con una chiappa sola!-


Disse Dante. E quando lui parlava,
stavano tutti zitti, nessuno rifiattava.

Ma come ebbe finito quel sermone,
fra tutti que' beoni ricominciò la confusione.

-Volete stà zitti e boni!
O vi devo piglià a legnate su' gropponi?-

Gridò l'oste tutto inviperito,
indicando il bastone con un dito.

-E te, Dante, và fori!
Fra tutti questi signori,

sei il primo a fà le discussioni
sulla potta, sul culo e sui coglioni.

Sei un debosciato della prim'ora...-
-Debosciato io? E cecco allora?-

-Almeno lui consuma, un bada a spese.
Un'è come te: lui l'è un senese.

Ma te con un misero mezzino,
mi tieni occupato un'ora un tavolino!

E poi te lo voglio dì: un paghi mai!
Vieni qui, bevi, ribevi, discuti e te ne vai!-

Dante Alighieri a quell'oste sgarbato,
con voce solenne rispose indignato:

- E' questo quello che volete?
Avete solo questo nella mente?
Se è così che la mettete,

vado là fori, fra l'umana gente.
Voi non capite quello che perdete,
siete più sordi di quello che non sente!-


Cecco Angiolieri, finito il bicchiere,
facendo uno sforzo si alzò da seredere.

-In questa sorteria ti son fratello,
vengo con te, andiamo in un bordello!-

-Ecco bravi! Andate fra la gente dotta,
che noi siamo ignoranti e preferiam la potta!-

Concluse con un ghigno il contadino,
che aveva bevuto ancora di quel vino.

Allora Cecco, sorretto da Dante,
disse a quell'uomo, con voce tonante:

-S'i' fosse foco, arderè il mondo;
s'i' fosse vento, lo tempesterei:
s'i' fosse acqua, i' l'annegherei:
s'i' fosse Dio, mandereil' nel profondo;
S'i' fosse papa....-

-Ve l'ho già detto, brutti caproni,
fori di qua, via dà coglioni!-

Urlò l'oste col bastone in mano,
mentre quei due fuggivano lontano.

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